Agricoltura Naturale
La mia agricoltura è estremamente semplice, si basa principalmente sull'osservazione della natura e rispetto per la sua biodiversità. Se la si guarda con occhi curiosi e la si vive con passione e se ne percepisce la bellezza, la natura, la vigna, il terreno sanno indicarci la via. Non esistono erbe infestanti, ma piante spontanee che riempiono di fiori e vita il vigneto e la campagna, che a seconda della stagione lascio crescere liberamente.
Utilizzo tisane, decotti, infusi di erbe spontanee e piante, argille, preparati biodinamici e quantità minime di rame e zolfo. Assolutamente banditi i prodotti di sintesi Per la legatura delle viti, come generazioni di vignaioli prima di me, uso il salice, i cui rami di un anno raccolti in inverno, rossi, gialli e arancio colorano la vigna a riposo.
Per i lavori agricoli e di cantina seguo il calendario biodinamico. Come fertilizzanti utilizzo il letame maturo ed il compost che mi autoproduco. Si effettuano sfalci e lavorazioni meccaniche solo quando indispensabili. I germogli delle viti vengono lasciati crescere liberamente, e quando raggiungono lunghezze eccessive vengono accapannati.
Tutti gli interventi nel vigneto e la vendemmia sono effettuati manualmente.
Vigneti
QUASI1ETTARO è un meraviglioso terreno, che ho acquistato nel 2015, era incolto ed abbandonato, sulla cima di una collina assolata e sferzata dal vento costante che mette a dura prova le viti.
Situato a Guardistallo, a 250 metri di altitudine, su un dolce pendio, in località Le Rocchette, appoggiato sugli abbondanti strati affioranti di rocce calcaree ricche di fossili marini testimonianza del mare presente 23 milioni di anni fa,. Un terreno argilloso, ricco di scheletro e rocce, da cui deriva il nome della zona, esposto a sud ovest, dove lo sguardo fra prati, boschi oliveti, colline e valli, arriva al mare e fino ai monti della Corsica, e alle isole di Capraia e Gorgona.
In questo posto ho piantato il mio vigneto con l'uva simbolo della toscana: il Sangiovese, allevato ad archetto toscano con doppio sperone.
Mi sono concesso di colorare la vigna in autunno aggiungendo un filare di Colorino, Canaiolo, Ciliegiolo e Foglia tonda.
Nella parte più vicina al bosco ricca di fossili, argilla e sabbie calcaree e dal disfacimento delle rocce marine, ho piantato poche centinaia di piante di Cabernet Franc che vinifico in purezza.
Da questo vigneto ottengo due vini QUASI1ETTARO e QUASI1FRANC
FICO SECCO
Piccolo vigneto di 40 anni di età esposto a nord a 240 metri di altitudine, proprio di fronte a QUASI1ETTARO, prende il nome da un vecchio fico presente in cima ad un filare che il forte libeccio ha spezzato qualche anno fa. Ma da allora il fico a dispetto del nome della vigna è ricresciuto più forte di prima a fianco del noce che lo sovrasta.
Suolo argilloso ricco di fossili e scheletro. Come molte vecchie vigne contadine toscane, sono presenti sia uve rosse che bianche, con grande assortimento di varietà:
Per le rosse prevale il Sangiovese con Canaiolo, Colorino, Ciliegiolo, Malvasia nera, Bonamico Montepulciano., Colombana nera...
Le uve bianche sono principalmente Trebbiano rosa e Malvasia toscana con quattro viti di Vermentino.....
Non manca qualche pianta di uva da tavola.
Da questo vigneto ottengo due vini FICO SECCO e 3BIANCO
VIGNA DI MARIO
Il vigneto con il quale molti anni fa ho iniziato la mia avventura di vignaiolo a Montescudaio. Oggi è un fazzoletto di vigna, poco più di un centinaio di viti di Trebbiano Rosa, quello che rimane di un vecchio vigneto di circa 70 anni, appartenuto a Mario Corsini, l'ultimo proprietario della Storica Cantina dove attualmente vinifico.
La vigna e la sua cantina sono da sempre legate, e dopo qualche anno di allontanamento, dopo che Mario ci ha lasciato nel 2019, la vigna e la cantina sono di nuovo insieme, in un vino a lui dedicato.
SANTA CHIARA
A Montescudaio, in una delle zone storicamente più vocate per il Sangiovese, nasce un nuovo progetto. In un terreno a gradoni con forte pendenza, giaceva una vecchissima vigna a gradoni, ormai abbandonata da anni e quasi preda del bosco.
Era purtroppo impossibile il suo recupero, è stata reimpiantata nel 2019, per ridarle nuova vita. Un terreno estremamente vario, dalle sabbie calcaree alle argille rosse e marroni con la costante comune dei numerosi fossili marini e dell'imponente scheletro roccioso di calcare.
Durante i lavori di scasso. sono spuntati massi di pietra calcarea enormi, grandi a volte quanto una stanza, così numerosi e presenti, sono stati utilizzati per un muro a secco in pietra lungo 80 metri e alto 2 che da sorregge la vigna esposta a nord dove la fa da padrone il Sangiovese.